– Posso assumere una persona extra Ue senza il permesso di soggiorno?
– Quali permessi di soggiorno consentono il diritto di poter lavorare in Italia?
– Quali permessi di soggiorno NON consentono il diritto di poter lavorare in Italia?
– Quali documenti servono per assumere una collaboratrice domestica?
– E’ ancora obbligatoria la comunicazione al Commissariato di polizia in caso di lavoratrice convivente?
– Nel CCNL lavoro domestico è previsto l’applicazione di un contratto di lavoro ripartito o Job Sharing?
– È obbligatorio consegnare alla lavoratrice una busta paga?
– Il periodo di prova può essere effettuato prima della denuncia di assunzione all’Inps?
– Se una lavoratrice ha contrattualmente il sabato di riposo, oltre la domenica e le festività, come si calcolano i giorni di ferie goduti?
– Posso essere aiutato da Asso solo per la gestione amministrativa anche se la mia colf risulta essere già assunta?
– Cos’è l’indennità di vitto e alloggio?
– Se assumo una persona con un contratto di almeno 25 ore settimanali e dichiaro uno stipendio inferiore all’effettivo percepito, pago meno contributi?
– Cosa è meglio fare quando la collaboratrice domestica chiede di assentarsi dal lavoro per più di 1 o 2 mesi?
– Cosa devo fare in caso di assenza per malattia?
– Una lavoratrice domestica può chiedere l’astensione facoltativa per maternità?
– Per una lavoratrice domestica c’è la possibilità di richiedere la maternità anticipata?
– Anche la collaboratrice domestica ha diritto all’assegno al nucleo familiare?
– Posso farmi rimborsare i contributi che ho versato all’Inps per il diritto alla pensione nel momento in cui non vi è alcuna convenzione con il paese di origine?
– Posso usufruire di agevolazioni fiscali se assumo una colf, badante o baby-sitter?
– E’ obbligatorio il versamento alla Cas.sa. Colf
Posso assumere una persona extra Ue senza il permesso di soggiorno?
No, il datore di lavoro non può procedere all’assunzione, ma deve seguire la procedura della richiesta nominativa, richiedendo il nulla osta allo Sportello Unico per l’Immigrazione.
Quali permessi di soggiorno consentono il diritto di poter lavorare in Italia?
- Permesso di soggiorno per lavoro subordinato;
- Permesso di soggiorno per lavoro autonomo;
- Permesso di soggiorno per attesa occupazione;
- Permesso di soggiorno per motivi familiari;
- Permesso di soggiorno per studio;
- Permesso di soggiorno per assistenza minori;
- Permesso di soggiorno per Asilo Politico;
- Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo;
- Carta di soggiorno di familiari di un cittadino dell’Unione europea;
- Carta di soggiorno permanente.
Prima di assumere è sempre meglio valutare tale documento con personale competente come presente alla UilTucs Lombardia – Sportello SAI – Immigrazione
Quali permessi di soggiorno NON consentono il diritto di poter lavorare in Italia?
Sicuramente un permesso di soggiorno rilasciato per motivo turistico: non consente in nessun modo di lavorare. Prima di assumere è sempre meglio valutare tale documento con personale competente come presente alla UilTucs Lombardia – Sportello SAI – Immigrazione
Quali documenti servono per assumere una collaboratrice domestica?
- Documento di identità (passaporto, carta identità, documento di riconoscimento straniero UE);
- Codice fiscale;
- Certificato di residenza;
- permesso di soggiorno (solo per persona extra UE)
E’ ancora obbligatoria la comunicazione al Commissariato di polizia in caso di lavoratrice convivente?
Si, è sempre necessaria la comunicazione di convivenza del lavoratore extracomunitario e deve essere effettuata almeno entro le 48 ore dall’inizio della effettiva presenza nell’abitazione familiare, da parte del proprietario di casa, con la compilazione del modulo cessione di fabbricato ad uso abitativo gratuito; entro 20 gg. deve essere effettuata anche la richiesta di iscrizione anagrafica al Comune.
Nel C.C.N.L. lavoro domestico è previsto l’applicazione di un contratto di lavoro ripartito o Job Sharing?
Si, Questa ipotesi si verifica quando due lavoratori sono assunti dal medesimo datore di lavoro e assumono solidamente l’obbligazione lavorativa, ciascuno è direttamente responsabile dell’intera prestazione (art.8 c.c.n.l.).
Nel contratto deve essere indicato in modo chiaro il trattamento economico e le ore lavorate settimanalmente di ciascun lavoratore. Il licenziamento o le dimissioni di uno degli obbligati comporta estinzione del contratto, ma, su richiesta, la prestazione potrà essere proseguita da un solo soggetto mediante la trasformazione del contratto.
È obbligatorio consegnare alla lavoratrice una busta paga?
Si, Dare la busta paga alla propria collaboratrice domestica (badante, colf o baby sitter) è un obbligo contrattuale. Consegnando la busta paga , la collaboratrice domestica recepisce la trasparenza e correttezza del datore di lavoro lavorando più serenamente. Il prospetto paga rappresenta una tutela per il datore di lavoro in caso di controversie di lavoro.
Il periodo di prova può essere effettuato prima della denuncia di assunzione all’Inps?
No, saremmo complici di ” lavoro irregolare ” e potremmo ricevere sanzioni amministrative e potenziali controversie vertenziali.
Se una lavoratrice ha contrattualmente il sabato di riposo, oltre la domenica e le festività, come si calcolano i giorni di ferie goduti?
Le ferie si calcolano dal lunedì al sabato, qualsiasi sia l’orario concordato tra le parti. Le ferie non possono essere pagate in ore ma solo in giorni e possono essere godute a gruppi di almeno due settimane consecutive.
Posso essere aiutato da Asso solo per la gestione amministrativa anche se la mia colf risulta essere già assunta?
Certamente, Asso opera tramite email: riceverai istruzioni e tutta la documentazione comodamente da casa o da dove ti è più comodo con semplicità e puntualità.
Cos’è l’indennità di vitto e alloggio?
Il datore di lavoro in caso di contratto in regime di convivenza fornisce vitto e alloggio alla lavoratrice e quando la stessa non ne usufruisce materialmente, come per esempio quando è in ferie o nel mese di 13ma, il datore di lavoro è tenuto contrattualmente al riconoscimento monetario del mancato godimento di vitto e alloggio che viene sommato alla normale retribuzione mensile.
Se assumo una persona con un contratto di almeno 25 ore settimanali e dichiaro uno stipendio inferiore all’effettivo percepito, pago meno contributi?
No. Il versamento Inps non aumenta o diminuisce in base alla retribuzione percepita dalla lavoratrice ma è calcolato sulla base delle ore lavorate. Comunque se in realtà non corrisponde a quanto dichiarato, si può incorrere in denunce successive da parte della Lavoratrice in quanto i contributi possono incidere sul calcolo della pensione, Naspi (assegno di disoccupazione), infortunio, maternità , etc…
Cosa è meglio fare quando la collaboratrice domestica chiede di assentarsi dal lavoro per più di 1 o 2 mesi?
Se la lavoratrice chiede di restare assente per un periodo più lungo rispetto alle ferie maturate è bene farle fare una richiesta scritta evidenziando la data di rientro al lavoro ( controfirmata dal datore di lavoro per accettazione ). Tutto ciò è utile per tutelare il datore di lavoro in caso di:
- non rientro da parte della lavoratrice nei tempi concordati;
- richiesta giustificazioni da parte dell’Inps per omissione contributiva risultante durante il periodo di assenza non retribuita.
Cosa devo fare in caso di assenza per malattia?
La malattia deve essere comprovata da un certificato medico, che non deve essere spedito all’Inps come avviene per gli altri lavoratori subordinati , ma va conservato dal datore di lavoro . Il periodo di malattia riconosciuto dal medico verrà retribuito come previsto all’Art. 26 – Malattia del CCNL Lavoro Domestico Vigente.
Una lavoratrice domestica può chiedere l’astensione facoltativa per maternità?
Questa categoria di lavoratrici è esclusa da questo tipo di trattamento
Per una lavoratrice domestica c’è la possibilità di richiedere la maternità anticipata?
Anche per queste lavoratrici la maternità a rischio deve essere comprovata da certificato medico specialistico, vidimata dall’Ispettorato del Lavoro e fatta specifica richiesta all’INPS.
Anche la collaboratrice domestica ha diritto all’assegno al nucleo familiare?
In determinate condizioni di reddito la collaboratrice domestica ha diritto all’assegno per il nucleo familiare, direttamente erogato dall’INPS.
Posso farmi rimborsare i contributi che ho versato all’Inps per il diritto alla pensione nel momento in cui non vi è alcuna convenzione con il paese di origine?
Dal momento che non c’è una convenzione di sicurezza sociale tra Italia e il suo Stato , non è possibile procedere alla totalizzazione . Per gli extracomunitari non è più possibile ottenere al momento del rimpatrio definitivo la liquidazione dall’Inps dei contributi versati a loro nome; i contributi restano all’Inps, ma al compimento dell’età pensionabile ( in rispetto della normativa vigenti in italia ) i lavoratori potranno richiedere la pensione in Italia, anche se non avessero maturato l’anzianità contributiva minima (la legge non lo stabilisce espressamente, ma ovviamente l’ammontare della loro pensione sarà proporzionale ai contributi versati).
Posso usufruire di agevolazioni fiscali se assumo una colf, badante o baby-sitter?
SI, con queste modalità:
– Tutte le mansioni: Il datore di lavoro può dedurre dal proprio reddito, per importo massimo di 1.549,37 euro/anno, i contributi previdenziali INPS obbligatori (parte a carico del datore di lavoro). A tal fine è tenuto a conservare le ricevute dei bollettini Inps.
– Solo per la mansione Badante per persona NON autosufficiente: Il datore di lavoro può detrarre dall’imposta lorda il 19% delle spese sostenute per gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti (livello CS o DS), per importo massimo di 2.100 euro/anno. La detrazione spetta al soggetto non autosufficiente o ai familiari che sostengono la spesa.
Per poter usufruire di questa agevolazione sono necessari:
– Certificato medico che attesti la condizione di non autosufficienza;
– buste paga firmate dalla badante;
– autocertificazione delle totali spese sostenute per il rapporto di lavoro;
E’ obbligatorio il versamento alla Cas.sa. Colf?
Si, Il datore di lavoro è obbligato dal c.c.n.l. (Art. 49 ) all’iscrizione ed al versamento dei contributi aggiuntivi nella misura oraria, ad oggi , dello 0,03 (di cui 0,01 a carico lavoratrice).